Mi chiamo Sergio Ruggiero Perrino. Sergio è il nome e Ruggiero Perrino i due cognomi. Nonostante abbia un doppio cognome non sono nobile. Sono nato a Nocera Inferiore nel 1984, anno in cui Napoli perse uno dei più grandi drammaturghi della sua Storia, Eduardo De Filippo, e accolse, nello stadio San Paolo, gremito all’inverosimile, uno dei più talentuosi tra i calciatori del Novecento: Diego Armando Maradona. Pur non avendo il talento e lo spessore artistico, culturale, sociale e sportivo dei suddetti, in alcuni anni mi sono laureato in Scienze della Comunicazione (3+2) e poi, non completamento soddisfatto, ho conseguito un secondo titolo accademico in Scienze Politiche. Mi sono formato alla scuola della Dottrina sociale della Chiesa e amo leggere e rileggere gli scritti di Papa Giovanni XXIII, Padre Enzo Bianchi e il cardinale Carlo Maria Martini. Per tale motivo, e per altri, ho intrapreso, con un pizzico di audacia, un cammino ecumenico. Tra i tanti giornalisti/scrittori/poeti che stimo, ricordo in particolare: Roberto Saviano, Alda Merini ed Indro Montanelli. Il mio colore preferito è il giallo e il genere musicale che ascolto volentieri è il rap. Amo particolarmente un verso di San Francesco d’Assisi: “Trasformarsi per trasformare”.